mercoledì 15 maggio 2013

Evira il marito e getta il pene nel tritarifiuti


Una donna che è stata accusata di aver reciso di netto il pene del suo ex marito con un coltello da cucina, si dice che abbia ‘avuto una pausa dalla realtà’ la notte dell’aggressione. Catherine Kieu, 50 anni, è accusata di aver evirato suo marito perché era arrabbiata per il fatto che lui aveva iniziato a vedere una ex fidanzata e voleva il divorzio. L’avvocato d’ufficio della Kieu, Frank Bittar, ha detto: “E’ una donna distrutta che ha avuto un momento di follia“.
La giuria è chiamata a giudicare la donna che è stata accusata di tortura e lesioni permanenti. La Kieu aveva cucinato una zuppa di tofu al marito, irrorandola abbondantemente con dello Zolpidem, un potente sonnifero, la sera dell’11 luglio 2011. Lei è poi accusata di aver aspettato fino a quando lui si è addormentato prima di legarlo al letto ed evirarlo con un coltello da cucina con la lama lunga 26 centimetri. Il marito ha raccontato che si è svegliato ed era legato al letto.
Il vice procuratore Christl ha detto alla giuria: “Quando si è svegliato, gli ha detto ‘Te lo meriti tre volte non una sola‘, e poi ha tagliato via il suo pene con un unico movimento del coltello. Dopo di che è andata in cucina e lo ha messo nel tritarifiuti“. Ha poi aggiunto che la ex moglie ha acceso il tritarifiuti prima di chiamare il 911.
L’avvocato della donna ha spiegato alla corte che la Kieu ha avuto un’infanzia piena di molestie e di altri traumi devastanti derivati dalla guerra del Vietnam, e che nessuno era in grado di capire ciò che la donna avesse passato. Ha poi aggiunto che i problemi della Kieu sono stati aggravati dal marito che ha costantemente chiesto sesso in modi tali che lei sentiva addirittura dolore, questo sommato alla sua condizione mentale precaria, l’hanno fatta esplodere e commettere un atto di follia..
Nella sua arringa finale, l’accusa ha detto che la Kieu è stata accecata dalla gelosia dopo che il marito le ha chiesto il divorzio e ha cominciato a vedere una ex-fidanzata. “Dicono che la rabbia è il vento che soffia sulla candela della mente“, ha detto il vice procuratore distrettuale John Christl. Il 60enne, vittima dell’aggressione, che non ha potuto avere il pene riattaccato, ha graficamente descritto l’accaduto durante il processo e ha testimoniato che si sentiva come se fosse stato assassinato. “Tutto ad un tratto ho sentito un dolore molto forte e poi devo essere svenuto. Non potrò mai più avere una vita sessuale“.
La Kieu, in caso di condanna, rischia l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.