Sul sito Cartellopoli si condanna l’uso abusivo dei cartelloni nella Capitale, e il suo gestoreMassimiliano Tonelli di 34 anni è stato condannato a 9 mesi di carcere per istigazione a delinquere e apologia di reato. Praticamente Massimiliano ha lasciato che i frequentatori del suo blog promuovessero azioni violente o di danneggiamento contro i cartelloni denunciati.
La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Laura Fortuni della IX sezione del tribunale di Roma.
La querela a Tonelli è partita da un’azienda che gestisce impianti pubblicitari secondo la quale il blogger avrebbe istigato azioni vandaliche “consistite in un crescendo di offensività, nell’imbrattamento dei cartelloni con vernice spray e, successivamente, nel danneggiamento delle comici e nello smontaggio ed asporto delle plance pubblicitarie”.
Tonelli oltre ai 9 mesi dovrà anche risarcire 20mila euro di danni e rimborsare 2mila euro di spese legali.
Tonelli viene difeso in appello dall’avvocato Fulvio Sarzana di Sant’Ippolito che afferma: “La sentenza apre alla strada alla perseguibilità dei titolari di blog, non solo per le più classiche fattispecie della diffamazione, ma anche per ipotesi nella quale la manifestazione del diritto di critica, oltretutto compiuta da terzi rimasti anonimi, possa addossare una responsabilità per istigazione a delinquere ed apologia di reato al titolare del blog. È una sentenza frutto del clima politico italiano, sempre più autoritario nei confronti del web“.
Questo costituisce un precedente per coloro che garantiscono libertà di espressione sul proprio blog o sulla propria pagina Facebook, inoltre grazie a questa sentenza si attribuisce ai blogger la responsabilità dei commenti postati da terzi:”La responsabilità del blogger per i commenti postati da terzi non dovrebbe trovare ingresso nel nostro ordinamento quando sia possibile, come accade nella pressoché totalità dei casi, risalire agevolmente a chi ha effettuato il commento, attraverso le indagini informatiche appositamente previste dal codice. La condanna di un blogger per istigazione a delinquere, per fatti posti in essere da terzi, può costituire peraltro un precedente pericoloso per la libera circolazione dei contenuti sul web, soprattutto nei casi in cui sia difficile distinguere la denuncia civile dalla vera e propria istigazione“.