Una madre ha raccontato della sua devastazione quando il suo bambino è morto dopo essere stato mandato a casa dai medici più volte. Axel Peanberg King è morto di broncopolmonite quando aveva appena sette settimane di vita, dopo che inizialmente gli era stata diagnosticata una infezione virale.
Oggi durante l’ inchiesta la madre Linda è scoppiata in lacrime quando ha descritto la lunga attesa nella clinica privata, mentre il bimbo è andato in arresto cardiaco. La signora Peanberg King, ha ricordato le volte che si era recata presso la A&E prima della morte di Axel. Prima ancora avevano contattato il centro Harmoni dell’ospedale Whittington nel nord di Londra la notte del 30 ottobre dello scorso anno. La mattina aveva portato Axel dal suo medico di famiglia, che sospettava che probabilmente aveva avuto una infezione virale. Ma quando la sua condizione non era migliorata la sera seguente, i coniugi Peanberg King andarono all’Harmoni, e il dottor Kuljeet Takhar che li aveva accolti disse loro che i segni vitali erano buoni e i polmoni di Axel erano chiari. Aggiunse anche che l’infezione era probabilmente virale, ma diede loro una prescrizione di antibiotici, in modo da non dover tornare se la condizione del bambino non fosse cambiata.
La signora Peanberg King ha dichiarato: “Avevo fatto presente alcuni sintomi di Axel: si rifiutava di mangiare, non bagnava il pannolino, oltre ad avere difficoltà respiratorie. Il dottore non ci ha dato le istruzioni per capire cosa intendesse dicendo ‘se la condizione del bambino non fosse cambiata’, o qualsiasi consiglio su come gestire i sintomi“.

Il centro Harmoni presso l'Ospedale Whittington
Il giorno dopo, il venerdì, il bambino ha continuato ad essere in uno stato di malessere, ma la signora Peanberg King si sentiva rassicurata perché lo aveva visto un medico. Il sabato, ha deciso che aveva bisogno di essere rivisitato. Ha chiamato l’Harmoni, e quando il dottor Muttu Shantikumar li richiamò alle 12.45, lei ha detto che era stato ‘molto brusco e molto breve’ e gli diede un appuntamento per 16:00. «Ho chiamato un taxi per le 15,30 ed ero molto preoccupata. Sono arrivata presso l’unità Harmoni alle 15,50, ma ha dovuto fare la fila e ci hanno detto che erano occupati. C’erano sei persone davanti ad Axel. Non riuscivo a vedere il suo respiro, il suo petto era immobile, così gli ho pizzicato il piede, ma non ha avuto alcuna reazione – continua a raccontare la mamma. – Ho chiesto alla receptionist quando lo avrebbero visitato, e ho cominciato a piangere. Lei mi ha spiegato che c’erano ancora tre persone davanti a me, così mi sono seduta di nuovo. Una infermiera pediatrica fuori servizio lo stava guardando, e ha detto, “è necessario controllarlo subito, è urgente”. Si è messa a correre urlando il nome Linda. Aveva capito che Axel era in arresto cardiaco. E’ stata una situazione di tensione, i medici quasi stavano litigando tra loro per poter fare tutto ciò che era possibile. Quando uno di loro è venuto a trovarmi nella stanza per i parenti, ho capito che la battaglia era stata persa».
Il patologo Michael Ashworth, che ha effettuato l’autopsia, ha detto che c’era evidenza di anomalie nei polmoni. C’era traccia di una polmonite estesa che era durata probabilmente per più giorni. La causa della morte è stata la broncopolmonite. Il dottor Shantikumar ha detto che non aveva considerato il caso come urgente dalle informazioni che aveva. Il Coroner, la dottoressa Shirley Radcliffe, ha suggerito che forse le informazioni raccolte nel corso della telefonata della mamma non erano state molto dettagliate e lui ha acconsentito. «Se avete intenzione di assumervi il compito di salvare la vita di un bambino di sette settimane di età, quello che dovete fare deve essere fatto in modo responsabile». Il dottor Shantikumar ha replicato che se ci fossero stati fattori come mancanza di respiro, tosse violenta e avrebbe saputo che non mangiava e non beveva per niente, lo avrebbe segnalato come caso urgente e il piccolo sarebbe stato visitato immediatamente.
Il dottor Giles Armstrong, un pediatra che ha combattuto per salvare Axel presso l’Ospedale Whittington, ha detto che in due occasioni il suo cuore aveva ripreso a battere, ma in entrambi i casi si era nuovamente fermato. Ha spiegato che in generale, i bambini piccoli con queste infezioni polmonari significative si aggravano abbastanza rapidamente una volta che l’infezione peggiora, bastano dalle 24 alle 48 ore. «Quasi certamente la stessa infezione l’ha avuta tutta la famiglia, il fratello ed i genitori erano stati malati. Alcuni bambini prendono un’infezione batterica a seguito di una infezione virale. A volte i bambini piccoli, anche quando sono diagnosticati e trattati, non riescono a sopravvivere, ma per fortuna questi casi sono una minoranza. Prima la si diagnostica e maggiori sono le probabilità di sopravvivenza», ha concluso il pediatra.
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