domenica 19 maggio 2013

Fecondazione assistita:donatore ha 150 figli, tutti fratelli germani


Quanti figli possono essere generati grazie ad un unico donatore di liquido spermale?
Anche fino a 150, almeno stando a quanto scoperto su internet da una donna negli Stati Uniti, ricorsa allafecondazione eterologa.
E sono sempre di piu’ i genitori che scoprono non troppo piacevolemente che i loro figli hanno dai 20 ai 50 fratelli sparsi per il Paese. Così molti medici, genitori e donatori, racconta il New York Times in un reportage esclusivo, chiedono delle regole che impongano limiti al numero di figli possono essere generati da un padre.
Regole che non esistono negli Stati Uniti ma di cui a questo punto si sente la necessità.

Il Wi-fi rende sterili

Incredibile scoperta dei ricercatori di un equipemedica argentina e statunitense: pare chenavigare in internet senza fili danneggi gravemente gli spermatozoi, rendendo sterilel’uomo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility, è stato condotto su alcuni volontari che hanno prestato il loro sperma per la ricerca.

Il liquido seminale, posto sotto un portatile connesso tramite wi-fi per la durata di quattro ore, ha perso parte della sua prolificità: gli spermatozoi si presentavano con mobilità assairidotta, alcuni di loro anche senza vita o con alterazioni genetiche rilevanti. Il processo degenerativo potrebbe essere causato dalle onde elettromagnetiche prodotte nell’ambito della comunicabilità senza fili.
Conrado Avendano, responsabile della ricerca, ha dichiarato: “I nostri dati suggeriscono che l’uso del portatile con connessione internet senza fili posizionato vicino agli organi riproduttivi maschili può diminuire la qualità dello sperma nell’uomo“. Occorre, dunque, prestare moltaattenzione all’uso che si fa della propria rete wireless, ridicendone sensibilmente, laddove possibile, la durata. La scoperta, non ancora ufficializzata, dovrà superare molti altri test specifici prima che diventi fatto certo.

L’orfanella di gufo adottata da un cane

Una piccola orfana di gufo reale, che si chiama Bramble, è stata accolta al Centro di soccorso per rapaci di Liskeard, in Cornovaglia, dove ha trovato una nuova mamma in Sophie, una cagnolina della struttura che l’ha adottata e che si prende cura di lei quotidianamente.

Bramble e Sophie, la responsabile del centro dice che la loro sarà un'amicizia che durerà tutta la vita
La strana coppia è diventata addirittura inseparabile e Sophie pulisce tutti i giorni Bramble leccandola. C’è da dire che la piccola “gufetta” non disdegna le attenzioni che la cagnolona ha per lei, al punto tale che tutti i giorni va alla sua ricerca e le svolazza intorno,come se le chiedesse di prendersi cura di lei facendole la sua pulizia quotidiana.
Brambele Sophie giocano insieme nel grande parco a loro disposizione
Sharon Bindon, la direttrice del centro di Liskeard, ha raccontato: “Quando Bramble è arrivata non aveva piume e abbiamo dovuto tenerla all’interno del centroSophie ha cominciato a prendersi cura di lei fin dal primo giorno, pulendola mentre stavano sedute sul divanoLa pulizia di Bramble è diventata oramai una consuetudine. La piccolina, viene messa fuori dalla voliera in modo che Sophie possa leccarla per pulirla, a quanto pare ha il becco e le piume più pulite di tutti gli uccelli della contea!”

Papa Francesco: Dovremmo vendere le chiese per sfamare i poveri

Oramai è assodato, Papa Francesco si sta facendo apprezzare dal mondo intero efacendo riavvicinare alla Chiesa anche quelli che da tempo se ne erano allontanati. Troppi scandali, troppo sfarzo da chi diceva al popolo di pensare ai poveri ma non si risparmiava di esibire il lusso, troppi “incidenti di percorso” occultati e non puniti, preti pedofili che venivano semplicemente allontanati dalla chiesa in cui operavano e trasferiti in un’altra dove avevano di nuovo libertà di azione. Pare, e sottolineo pare, che Papa Francesco voglia fare una vera e propria rivoluzione. Qualcosa si è già vista, a me aveva colpito molto che il fatto che avesse allontanato il cardinale Law che aveva coperto casi di pedofilia: “Non voglio più vedere il cardinale dei pedofili“, queste le sue parole in occasione della sua visita a Santa Maria Maggiore, due giorni dopo essere stato eletto.

Papa Francesco sta costantemente affrontando il problema della ricchezza nella Chiesa. Il 15 maggio scorso, nel corso dell’omelia il Papa ha chiesto di pregare per i preti e i vescovi affinché non cedano alla tentazione dei soldi e della vanità ma siano al servizio del popolo di Dio. “Noi, abbiamo bisogno delle preghiere di tutti perché anche il vescovo e il prete possono essere tentati, perché anche noi siamo uomini e peccatori. Quando un vescovo, un prete va sulla strada della vanità, entra nello spirito del carrierismo fa tanto male alla Chiesa. E fa il ridicolo, alla fine: si vanta, gli piace farsi vedere, tutto potente. E il popolo non ama quello!
Nei giorni scorsi il Papa ha incontrato i vertici della Caritas Internationalis, l’organismo del Vaticano che raccoglie e coordina le organizzazioni caritative della Chiesa cattolica in tutto il mondo. A loro ha detto che è importante che la Chiesa faccia sentire la sua carezza al popolo dei disagiati aggiungendo che “in caso di guerra o durante una crisi bisogna occuparsi dei feriti, aiutare gli ammalati… ma c’è anche bisogno di sostenerli, di occuparsi del loro sviluppo. Dovremmo persino vendere le chiese per dare da mangiare ai più poveri“. Il Papa ha poi concluso: “Ti preoccupi di adornare la Chiesa e non il corpo di Cristo che ha fame“.
Fonte VaticanInsider

Joey, il neonato che sorride 5 giorni dopo un intervento a cuore aperto


Questo tipo di video fanno in fretta a fare il giro del web per la straordinarietà del protagonista. Un bimbo di tre mesi che ha subito un intervento a cuore aperto e dopo soli 5 giorni sorrideva spensierato.
Il neonato coraggioso si chiama Joey , quando la madre, Sarah Prowling, scattò una foto del suo neonato subito dopo l’intervento chirurgico, il fratello Matt Tassone l’ha inviata a Reddit con la didascalia “Il bambino che ha subito l’operazione è incredibilmente bello”.Sin da subito gli utenti hanno lasciato decine di commenti, chiamano Joey “il bambino Bruce Willis“.
E ‘il bambino più interessante del mondo“, ha scritto un altro commentatore. E Joey lo è davvero, il suo intervento è avvenuto il 30 ottobre presso il Children Hospital di Boston. Joey Powling, è nato con un raro difetto cardiaco e ha dovuto sostenere una operazione delicatissima. La mamma lo stava filmando per avere un ricordo di quello che, pur nella tragicità dei fatti, era un bellissimo momento. Dopo pochi giorni riaveva suo figlio tra le braccia. Una ripresa incredibile se si pensa che il bimbo solo 5 giorni prima era su un tavolo operatorio e stava subendo un intervento a cuore aperto.
Mentre lo stava riprendendo Joey ha cominciato a sorridere, quel sorriso che ha incantato oltre un milione di internauti che hanno guardato questo video. Eccovi “Ridiculously Good-Looking surgery baby“, Joey con un altro dei suoi soprannomi.


Viene curata per la scabbia ma poi scoprono che è allergica al bimbo che ha in grembo

Durante la gravidanza viene curata erroneamente per una grave forma di scabbia. Solo dopo che nasce il suo bambino scoprono che la causa era proprio lui, era allergica al bimbo che portava in grembo.

Una giovane madre che ha sviluppato un numero infinito di vesciche su tutto il corpo è rimasta scioccata di scoprire che aveva una rara allergia: era allergica al figlio che stava nel suo grembo. Zuleika Closs di 26 anni, di Falmouth, Cornovaglia, aveva bruciore e prurito su tutto il corpo quando era alla ventesima settimana di gravidanza. «Avevo come l’impressione che qualcosa strisciasse sulla mia pelle, ma poi è diventato insopportabile. In un primo momento le bolle sembravano orticaria ma presto si diffusero velocemente su tutto il corpo diventando di colore rosso scuro. La zona peggiore erano i miei piedi. Mi grattavo così forte che pezzi di pelle cadevano. Si stavano staccando come una buccia dall’arancia».
Dopo una cura di antibiotici e lavaggi con la lozione di calamina che i medici le avevano prescritto, diagnosticandole erroneamente un grave caso di scabbia, il suo prurito non accennava a diminuire. Le avevano anche detto di bollire e lavare tutti i vestiti e di mettere le scarpe in freezer, ma senza alcun risultato. «Sentivo così tanto prurito, mi grattavo anche nel sonno. Ero esausta e non sapevo come e cosa fare. Mi ricordo quando ero in piedi in sala d’attesa mentre aspettavo i medici e versavo fiumi di lacrime pregando che qualcuno mi potesse aiutare. Mi sentivo come se stessi sbattendo la testa contro un muro di mattoni, nessuna cura funzionava».
Il suo partner Nathan Darbyshire, di 23 anni che fa l’assistente alla poltrona, ha perso dei giorni di lavoro perché non voleva contagiare la scabbia ai colleghi e pazienti. Alla trentottesima settimana, la signora Closs entra in travaglio, ma racconta che aveva paura di prendere in braccio il suo bambino perché pensava che potesse infettare anche lui. Dopo che Emmanuel è nato, le vesciche sparirono, ma poi giorni dopo si ripresentarono.
Questa volta, andò da un altro medico che le disse di ritenere che avesse un disturbo auto-immune e che la causa era la gravidanza somministrandole una forte dose di antistaminici. «Non riuscivo a credere a quello che mi stava dicendo. Ero allergica alla mia gravidanza. Mi suonava troppo strano. E’ stato un sollievo perché a volte ho sentito che i medici pensavano che dovevo fare qualcosa per la mia pelle». Quattro mesi dopo, le vesciche stavano ormai svanendo, ma lei avrà le cicatrici per tutta la vita.
La signora Closs era affetta da Pemfigoide gestazionale (PG), che è stata causata dal tessuto della placenta che, entrando nel flusso sanguigno della madre, ha reagito con il suo sistema immunitario. Il PG è probabile che si presenti in forme ancora più gravi nelle gravidanze future di Zuleika che ha detto: «Io e Nathan ci sposiamo a maggio, ma dovrò trovare un vestito che copra le mie cicatrici. Il pensiero di avere un altro bambino in futuro mi terrorizza. A volte ho dei flash back della gravidanza, ma solo guardando Emmanuel, malgrado tutto il dolore che ho sofferto, penso che ne è valsa la pena».
Fonte DailyMail

Gemelli siamesi separati ma inseparabili dopo tre anni

I due gemellini sono sopravvissuti quando i medici avevano dato loro pochissime possibilità di sopravvivenza. Oggi sono inseparabili e, a detta della mamma, due adorabili monelli.

La prima volta che li vide si tenevano per mano nel suo grembo. L’ecografia mostrava due feti che affrontavano difficoltà apparentemente impossibili, erano due gemelli siamesi a cui non avevano dato praticamente alcuna speranza di sopravvivenza. I medici avevano detto ad Angie Benhaffaf, la mamma, che, anche se uno sarebbe sopravvissuto, l’altro avrebbe potuto morire subito dopo. Lei ha sempre lottato per superare il pensiero che c’era la possibilità di dover seppellire i suoi bambini.
Dopo la nascita, tre anni fa, furono sottoposti ad un’operazione straordinaria per separarli, i suoi ‘piccoli combattenti “come lei li chiama, sono diventati, nel bene, inseparabili. A distanza di tre anni, il legame tra Hassan e Hussein è così forte che ancora si tengono per mano quando dormono, proprio come la mamma li aveva visti nella prima ecografia. Anche quando si siedono insieme, di solito adottano le stesse posizioni a sinistra e a destra che una volta li univa dal petto al bacino.
Oggi, però, si tratta di due individui distinti. E, come la loro madre racconta, sono due manciate di “piccoli problemi”. I gemelli sono costantemente insieme, sfrecciano sulle loro macchinine, si arrampicano su per le scale e giocano sul pavimento con le loro sorelle maggiori. Nel frattempo entrambi stanno facendo passi da gigante nella loro battaglia per camminare con l’aiuto di nuova protesi alle gambe. «C’è ovviamente un po’ di competitività tra di loro e sono abbastanza diffidenti verso la protesi, – racconta mamma Angie di 38 anni.  - E’ bello comunque vederli anche con le loro paure».  I due gemellini alla nascita avevano in comune oltre ad una gamba, il fegato e la membrana pericardica che circonda i loro cuori. Nonostante i rischi, i chirurghi sono stati in grado di separarli senza conseguenze mortali.
L’intervento è stato eseguito quando avevano sei mesi dal team medico di Londra dell’University College Hospital, dove sono nati, e nel vicino Great Ormond Street Hospital, ed è durato 14 ore. Grazie all’operazione, i gemelli hanno da poco festeggiato il loro terzo compleanno, con due torte, non una. Due settimane prima della loro nascita, mamma Angiè aveva comprato due piccoli orsi di peluche a cui aveva fatto scrivere i due nomi dei figli che dovevano nascere: Hassan e Hussein.
«I medici ci avevano avvertito che era altamente improbabile che sarebbero sopravvissuti alla nascita. Nel mio cuore, ho capito che c’era una possibilità che li avremo dovuti seppellire proprio a Natale. Ho pensato che se fossero morti, avrei messo i peluche sull’albero ogni anno. In questo modo, li avremo avuti con noi lo stesso. E’ davvero doloroso, ma ogni anno, questo è quello che faccio, solo per ricordare quante volte abbiamo quasi perso entrambi. Ora li guardo e vedo come sono felici, e mi sento tanto grata solo per averli. Li vediamo come i nostri piccoli miracoli e, quando siamo tutti insieme in questa casa, è solo questo che conta davvero».
I due gemellini tra le sorelline
Le sorelle dei ragazzi Malika di otto anni e Iman di cinque, adorano i loro fratellini e sembra non si accorgano neanche della loro disabilità. «Hanno ancora un sacco di ostacoli davanti a loro. Ma hanno portato la magia nella nostra casa, e qualcosa di speciale nella nostra vita», conclude mamma Angie.
Fonte e foto Daily Mail

venerdì 17 maggio 2013

Il bambino malato che non doveva nascere, ma migliora giorno dopo giorno

Durante l'ecografia i medici si sono accorti che il bimbo aveva grossissimi problemi di salute. La mamma non ha voluto abortire e lo ha fatto nascere ugualmente. Mercoledì finalmente lo ha potuto portare a casa.

I medici le avevano detto che quel bambino che aveva in grembo era così malato che era meglio se abortiva. Oggi può finalmente festeggiare il ritorno a casa di quel figlio che ha voluto con tutte le sue forze. Il piccolo Riley, a detta dei medici, ha avuto un recupero a dir poco miracoloso. Jade Clarke, 22 anni, ha ignorato il consiglio dei medici malgrado le avessero detto che il suo bambino non avesse alcuna possibilità di sopravvivere, e si è rifiutata di interrompere la gravidanza.
Riley con mamma Jade e papà Rikki
Riley è nato con il cuore dalla parte sbagliata del suo corpo, le valvole sconnesse, e le viscere contorte.  I medici hanno combattuto per più di 17 mesi però Riley ha finalmente lasciato l’ospedale per sempre – ed è andato a casa a vivere con Jade e papà Rikki per la prima volta. La 22enne di Barnsley, Yorkshire, ha raccontato: «I medici mi hanno detto più e più volte che Riley non avrebbe avuto alcuna possibilità, e che avrei dovuto prendere seriamente in considerazione l’aborto. Ma lui è un angelo mandato dal cielo. E’ il mio primo figlio e anche quando i medici mi hanno avvisata che era malato io sapevo che volevo tenerlo».
I problemi previsti non si sono concretizzati, anche se Riley è stato trattenuto in ospedale per molto tempo dopo la sua nascita nel settembre 2011 e dove è rimasto fino ad essere autorizzato ad andare a casa mercoledì. Il piccolo che la mamma chiama “combattente”, ha ancora un certo numero di problemi di salute. Ha una tracheostomia ed uno dei suoi reni inoltre, non si è adeguatamente formato ed è all’interno del suo addome. Deve essere controllato ogni due settimane, perché potrebbe fermarsi e smettere di svolgere la sua funzione in qualsiasi momento.
Il piccolo "combattente" finalmente tra le sue mura domestiche
Jade ha detto che era straziante guardare i suoi amici con i loro figli, sapendo che Riley era ancora in ospedale. Ora lei e Rikki si occupano praticamente a tempo pieno del bimbo. Ha aggiunto: «E’ un bambino felice. Ama Tigro di Winnie the Pooh. Ha bisogno di essere controllato costantemente perché a volte cerca di tirarsi fuori i tubi. E’ ‘impegnativo, ma non lo avrei voluto diverso. Non vedo l’ora che possa respirare in maniera autonoma. Se non fosse nato, non avrei mai saputo come avrebbe potuto essere».
Foto e fonte Daily Mail

Bimbo di 2 mesi muore di polmonite dopo esser stato rimandato a casa più volte dall’ospedale

Una madre ha raccontato della sua devastazione quando il suo bambino è morto dopo essere stato mandato a casa dai medici più volte. Axel Peanberg King è morto di broncopolmonite quando aveva appena sette settimane di vita, dopo che inizialmente gli era stata diagnosticata una infezione virale.

Oggi durante l’ inchiesta la madre Linda è scoppiata in lacrime quando ha descritto la lunga attesa nella clinica privata, mentre il bimbo è andato in arresto cardiaco. La signora Peanberg King, ha ricordato le volte che si era recata presso la A&E prima della morte di Axel. Prima ancora avevano contattato il centro Harmoni dell’ospedale Whittington nel nord di Londra la notte del 30 ottobre dello scorso anno. La mattina aveva portato Axel dal suo medico di famiglia, che sospettava che probabilmente aveva avuto una infezione virale.  Ma quando la sua condizione non era migliorata la sera seguente, i coniugi Peanberg King andarono all’Harmoni, e il dottor Kuljeet Takhar che li aveva accolti disse loro che i segni vitali erano buoni e i polmoni di Axel erano chiari. Aggiunse anche che l’infezione era probabilmente virale, ma diede loro una prescrizione di antibiotici, in modo da non dover tornare se la condizione del bambino non fosse cambiata.
La signora Peanberg King ha dichiarato: “Avevo fatto presente alcuni sintomi di Axel: si rifiutava di mangiare, non bagnava il pannolino, oltre ad avere difficoltà respiratorie. Il dottore non ci ha dato le istruzioni per capire cosa intendesse dicendo ‘se la condizione del bambino non fosse cambiata’, o qualsiasi consiglio su come gestire i sintomi“.
Il centro Harmoni presso l'Ospedale Whittington
Il giorno dopo, il venerdì, il bambino ha continuato ad essere in uno stato di malessere, ma la signora Peanberg King si sentiva rassicurata perché lo aveva visto un medico. Il sabato, ha deciso che aveva bisogno di essere rivisitato. Ha chiamato l’Harmoni, e quando il dottor Muttu Shantikumar li richiamò alle 12.45, lei ha detto che era stato ‘molto brusco e molto breve’ e gli diede un appuntamento per 16:00. «Ho chiamato un taxi per le 15,30 ed ero molto preoccupata. Sono arrivata presso l’unità Harmoni alle 15,50, ma ha dovuto fare la fila e ci hanno detto che erano occupati. C’erano sei persone davanti ad Axel. Non riuscivo a vedere il suo respiro, il suo petto era immobile, così  gli ho pizzicato il piede, ma non ha avuto alcuna reazione – continua a raccontare la mamma. – Ho chiesto alla receptionist quando lo avrebbero visitato, e ho cominciato a piangere. Lei mi ha spiegato che c’erano ancora tre persone davanti a me, così mi sono seduta di nuovo. Una infermiera pediatrica fuori servizio lo stava guardando, e ha detto, “è necessario controllarlo subito, è urgente”. Si è messa a correre urlando il nome Linda. Aveva capito che Axel era in arresto cardiaco. E’ stata una situazione di tensione, i medici quasi stavano litigando tra loro per poter fare tutto ciò che era possibile. Quando uno di loro è venuto a trovarmi nella stanza per i parenti, ho capito che la battaglia era stata persa».
Il patologo Michael Ashworth, che ha effettuato l’autopsia, ha detto che c’era evidenza di anomalie nei polmoni. C’era traccia di una polmonite estesa che era durata probabilmente per più giorni. La causa della morte è stata la broncopolmonite. Il dottor Shantikumar ha detto che non aveva considerato il caso come urgente dalle informazioni che aveva. Il Coroner, la dottoressa Shirley Radcliffe, ha suggerito che forse le informazioni raccolte nel corso della telefonata della mamma non erano state molto dettagliate e lui ha acconsentito. «Se avete intenzione di assumervi il compito di salvare la vita di un bambino di sette settimane di età, quello che dovete fare deve essere fatto in modo responsabile». Il dottor Shantikumar ha replicato che se ci fossero stati fattori come mancanza di respiro, tosse violenta e avrebbe saputo che non mangiava e non beveva per niente, lo avrebbe segnalato come caso urgente e il piccolo sarebbe stato visitato immediatamente.
Il dottor Giles Armstrong, un pediatra che ha combattuto per salvare Axel presso l’Ospedale Whittington, ha detto che in due occasioni il suo cuore aveva ripreso a battere, ma in entrambi i casi si era nuovamente fermato. Ha spiegato che in generale, i bambini piccoli con queste infezioni polmonari significative si aggravano abbastanza rapidamente una volta che l’infezione peggiora, bastano dalle 24 alle 48 ore. «Quasi certamente la stessa infezione l’ha avuta tutta la famiglia, il fratello ed i genitori erano stati malati. Alcuni bambini prendono un’infezione batterica a seguito di una infezione virale.  A volte i bambini piccoli, anche quando sono diagnosticati e trattati, non riescono a sopravvivere, ma per fortuna questi casi sono una minoranza. Prima la si diagnostica  e maggiori sono le probabilità di sopravvivenza», ha concluso il pediatra.
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35enne si impicca 5 giorni dopo la nascita delle sue figlie gemelle


Aveva 35 anni e faceva il parrucchiere.Si è impiccato appena cinque giorni dopo la nascita delle sue due gemelle, non sapeva se ce l’avrebbe fatta a mantenere le sue due figlie appena nate. Era il proprietario di un salone Simon Pritchard, di Sutton Coldfield, West Midlands, è stato trovato morto in casa da sua madre Gillian, 67 anni, e da due suoi amici.
Si sentiva sotto pressione per i soldi che non bastavano mai, lavorava giorno e notte per non far mancare nulla alla sua famiglia“, hanno detto i suoi amici durante l’udienza a Sutton Coldfield Town Hall. Il suo amico da 20 anni, Paul Lewis, che ha trovato il suo corpo nella sua casa, ha detto: “Era preoccupato per dei problemi che c’erano stati con la sua ragazza, lei continuava a chiedergli soldi per le bambine appena nate. Durante una chiacchierata che abbiamo fatto circa un anno fa, mi aveva raccontato che stava attraversando un momento difficile. Aveva detto di aver pensato al suicidio ma il pensiero di sua madre lo aveva fermato
Nel corso dell’inchiesta di venerdì scorso è emerso la coppia aveva problemi dal 2011, la loro relazione non stava funzionando bene. La vice coroner Sarah Ormond-Walshe, di Birmingham, che ha registrato il caso come suicidio, ha detto: “I suoi amici e la sua famiglia sono stati chiaramente molto amorevoli e aveva una vasta cerchia di amici che erano preoccupati per lui. Non ci sono davvero parole per esprimere quanto sia triste quello che è accaduto“.
La madre dei bambini – il cui nome non è stato reso pubblico – non ha assistito all’udienza. Il signor Pritchard aveva aperto il salone di parrucchiere ‘Love‘ a Sutton Coldfield appena sei mesi prima di togliersi la vitaDecine di omaggi floreali sono stati lasciati fuori dal suo negozio. Un suo cliente ha dichiarato: “Mi ha veramente scioccato sentir parlare di questa tragedia. Non riesco a immaginare il dolore della famiglia e come si sentano i suoi amici. Il mondo ha perso un uomo di grande talento“.

Mette i figli nella vasca da bagno e si addormenta, muoiono entrambi


Due bambini sono stati trovati morti dopo che la loro madre li aveva messi entrambi nella vasca da bagno e si era poi addormentata, questo è ciò che è emerso nel corso dell’inchiesta che c’è stata ieri. Miranda Hebble, 22 anni al momento della tragedia, ha lasciato i suoi figli Lochlan e Malachi Stevens nel bagno di casaa Perth, in Australia, per dieci ore dopo che si è addormentata.
Miranda Hebbel con il piccolo Malachi
Quando si è svegliata, ha scoperto che Malachi, dieci mesi, stava galleggiando nella vasca con lividi su una guancia mentre Lochlan, due anni, giaceva sul pavimento con del sangue che fuoriusciva dalla bocca. Il giudice ha sottolineato che aveva anche un graffio sulla fronte e un segno sul suo stomaco. La Hebble era a casa da sola con i bambini, mentre il loro padre, Christopher Stevens, stava lavorando. Lochlan aveva imbrattato di feci, che erano uscite dal suo pannolino, i pavimenti, le pareti e la culla, la mamma aveva quindi messo i bambini nella vasca per pulirli. Li ha lasciati sotto l’acqua per andare a prendere qualcosa, chiudendo la porta del bagno dietro di lei, ma si è addormentata. Quando è tornata in bagno,una decina di ore dopo, entrambi i bambini erano morti.
Malachi e Lochlan tra le braccia del papà
La Hebble quando ha chiamato i servizi di emergenza, ha detto all’operatore: “Sono svenuti e il tappo sotto la doccia è otturato … e la vasca si è riempita … e non stanno respirando. Sono morti“. I medici hanno dichiarato che erano morti entrambi verso le 2 del mattino seguente. Kate Ellson, avvocato che assiste il medico legale, ha detto alla corte che la ‘tranquilla’ signora Hebble non ha avuto storia di malattie mentali o di droga e neanche di abuso di alcol. Ma ha aggiunto che la giovane madre aveva ‘lottato con il sonno’ a causa della vivacità di Malachi.
Lochlan mentre dà il biberon al fratellino Malachi
La corte ha anche sentito di un incidente precedente, quando la signora Hebble aveva lasciato Malachi in auto mentre era in un negozio e il bambino era stato soccorso dalla polizia che lo aveva tirato fuori dal veicolo che piangeva ed era rosso in faccia. La Hebble disse gli ufficiali lo aveva lasciato lì perché lei era così esausta che temeva lui potesse caderle dalle braccia se avesse cercato di portarlo con lei, ha spiegato l’avvocato Ellson
Lochlan. 2 anni e Malachi, 9 mesi. I due bambini deceduti tragicamente
Gli esami post mortem non sono arrivati a una conclusione definitiva su come i figli della signora Hebble morirono nel novembre 2008. Il medico legale Dr. Jodi Blanche, ha detto che la morte di Malachi potrebbe essere avvenuta per annegamento mentre quella di Lochlan è da attribuire a stanchezza, alla fame e ad una possibile ipotermia.
La Hebble e il padre dei ragazzi sono ora separati. L’inchiesta continua.
Foto e Fonte Daily Mail

giovedì 16 maggio 2013

Ho avuto più di 100 donne… ma non ho il pene.L'uomo è tra i primi al mondo che subirà un intervento per la ricostruzione che gli permetterà anche di avere dei figli

Il 39enne che fa la guardia di sicurezza ed è nato senza pene, è destinato a diventare uno dei primi uomini in tutto il mondo che otterrà un organo riproduttivo completamente nuovo. Andrew Wardle, di Stalybridge, Greater Manchester, è nato con una vescica ectopica (si era formata all’esterno del suo corpo). Aveva i testicoli ma non il pene e, mentre l’operazione fatta da bambino per spostare la vescica nella sua sede è riuscita, la sua mancanza di virilità è rimasta. Tutto ciò è destinato a cambiare dopo che i chirurghi dell’University College di Londra hanno deciso di sottoporlo ad una complicata operazione in tre parti, che implica il prelievo di pelle dal suo avambraccio.

I chirurghi utilizzeranno un lembo di pelle di grandi dimensioni con i suoi vasi sanguigni e nervi e lo arrotoleranno a forma di tubo prima dell’innesto nella zona pubica. Dopo la guarigione, il signor Wardle sarà dotato di un impianto con una pompa a comando per poter urinare, fare sesso e se tutto va come deve potrà anche procreare. Parlando a The Sun , il 39enne ha detto: “Non ho mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato e ancora non riesco a credere che sia possibile per me avere nella realtà un pene perfettamente funzionante. Se andrà tutto bene, potrò finalmente cominciare a vivere come un uomo normale. Cose come fare sesso e crearsi una famiglia, le cose che così tante persone danno per scontate, potrebbero effettivamente diventare una possibilità anche per me“.
Malgrado non avesse il pene, Wardle ha affermato di avere un discreto successo con le ragazze, asserendo di essere andato a letto con più di 100 donne. “Alcune erano per una notte, altre invece relazioni di lunghi periodi. Ho detto la verità solo al 20 per cento di loro“, spiega l’uomo. “Il fatto che io non voglia solo andarci a letto mi ha reso più attraente per le donne. Sono stato affascinante e le sono stato vicino perché le relazioni non sono solo sesso“.
Nonostante questo, però, il difetto di nascita del signor Wardle gli ha causato problemi a non finire. Sua madre, che aveva solo 17 anni quando è nato, lo ha dato in adozione e poi, crescendo, ha avuto innumerevoli problemi renali e infezioni ed ha subito 15 operazioni per costruire un tubo dalla vescica in modo da poter urinare normalmente. Per il fatto che fosse continuamente dentro e fuori dall’ospedale, è stato vittima di bullismo a scuola – anche se, come ha fatto per tutta la vita, è riuscito a mantenere il suo grande segreto non raccontando mai cosa aveva ai suoi amici e compagni di classe. E’ stato solo quando è diventato adolescente che ha avuto problemi a non far trapelare nulla.
Con la sua prima ragazza è uscito per 4 anni poi lei gli ha detto che voleva provare altre sensazioni e lo ha lasciato. Non è passato molto tempo prima che ha iniziato a far uso di droghe come l’ecstasy e l’LSD. “Se mi drogavo avevo una copertura perfetta. Avevo letto che queste droghe impediscono l’erezione ed era un’ottima scusa da usare con le ragazze, bastava dirle che non ce la facevo“. Due anni fa, ha toccato il fondo e ha cercato di uccidersi con una overdose di pillole. Ha raccontato tutto alla sorella e le ha spiegato che questa situazione non la tollerava più. Michelle lo ha accompagnato per un consulto con uno specialista che gli ha detto che la medicina aveva fatto passi da gigante e che poteva aiutarlo. E’ rimasto sbalordito e felice quando ha saputo che se voleva lo avrebbero operato. “Per la prima volta dopo anni mi sento più ottimista sul futuro.
Michelle, la sorella che ha 45 anni, ha visto il dolore che il fratello ha sempre provato: I nostri genitori sono sempre stati molto aperti sulla disabilità di Andrew e ci hanno spiegato tutto quando eravamo piccoli. Guardando l’angoscia che ha vissuto nel corso degli anni è stata dura per tutta la famiglia, ma Andrew ha dimostrato tanta forza ed è una vera fonte di ispirazione.”
Fonte Daily Mail e The Sun

Per i medici non c’era speranza, un altro consulto e mia figlia si è salvata

Per i medici che l'avevano visitata non c'erano speranze. I genitori hanno trovato da soli un altro cardiologo che invece aveva già effettuato quel tipo di operazione e oggi la loro figlia vive come tutte le altre bambine della sua età.

Una madre ha raccontato di come la vita di sua figlia è stata salvata da un intervento chirurgico al cuore – nonostante i medici del Leeds General Infirmary avessero dichiarato che ‘non c’era niente da fare‘ per lei. Michala Cater, 39 anni, sostiene che le fu detto che Lily, la figlia di due anni, non si sarebbe ripresa dal suo difetto congenito al cuore e che sarebbe dovuta ‘andare via e di godersi il tempo che le rimaneva da vivere‘ con lei. Ma dopo aver chiesto un secondo parere, Lily è stata sottoposta a un intervento chirurgico all’ospedale dei bambini di Birmingham. Oggi ha nove anni, e vive una vita normale.
Mamma Michala, di Bradford, ritiene che Lily sarebbe morta se avesse ascoltato il cardiologo del Leeds sette anni fa. A otto mesi di età, a Lily è stata diagnosticata una atresia polmonare, o ‘sindrome del bambino blu’ – quando l’arteria polmonare che porta il sangue ai polmoni non riesce a svilupparsi correttamente. Per i medici dell’unità coronarica, Lily non avrebbe vissuto oltre i cinque anni d’età. Poi, quando aveva due anni, Lily ha avuto un forte peggioramento. Lei era sempre blu e faticava a camminare.

Secondo i medici del Leeds, per la piccola Lily non c'erano speranze
Abbiamo aspettato sei mesi che i medici si riunissero per discutere cosa fare per Lily“, spiega la mamma. Quando finalmente ho parlato con il cardiologo, mi ha detto di aver parlato con un chirurgo e che non c’era niente da fare per mia figlia“.
Mamma Michala e suo marito Paul, un lavavetri, hanno trovato un chirurgo americano che aveva effettuato operazioni su pazienti con la stessa patologia di Lily. Il chirurgo ha chiesto alla coppia di mandargli la cartella medica di Lily – che la mamma dice di aver atteso più di un mese per poterla ottenere dal Leeds. E’ stato solo quando la mamma ha contattato un giornale locale per parlare della situazione di sua figlia Lily, che dice di aver ricevuto una chiamata dal suo cardiologo. “Mi disse: ‘Perché vuoi andare in America per questa operazione, si può fare a Birmingham e Newcastle’Sono rimasta scioccata. Non abbiamo capito perché non ce lo avesse detto prima”, racconta la mamma. ”Ha detto che avremo potuto provare a Birmingham. Non appena a Birmingham hanno visto la cartella clinica di Lily, hanno promesso che potevano aiutarla o almeno darle una migliore qualità della vita“.
Lily è stata operata e oggi vive come una qualsiasi bambina di nove anni grazie alla determinazione di mamma e papà che non si sono arresi davanti al primo no.
Fonte e foto Daily Mail


Resta incinta di due gemelli mentre è in attesa della prima figlia

Una coppia è in attesa di due gemelli concepiti due mesi prima che la loro sorella nascesse. Lucy Horan sarebbe dovuta nascere a marzo, ma è nata 15 settimane prima e pesava solo 708 grammi. Questo significa che i genitori, Beth e Denis, entrambi cantanti professionisti, avranno tre figli sotto l’anno di età quando i gemelli nasceranno.
Denis, 37 anni, ha detto: “Se nascono in anticipo come Lucy ha fatto, potrebbero finire nella stessa classe a scuola, il che è molto strano. E’ un po’ scoraggiante, ma siamo pronti. Entrambi amiamo i bambini ed è una benedizione“. Beth, 30 anni, ha aggiunto: “E’ stato un po’ uno shock in un primo momento, ma non vediamo l’ora che nasca, è molto emozionante“.

Lucy è sopravvissuta a delle infezioni molto gravi prima di essere dimessa ed andare a casa a Barrow-in-Furness, Cumbria, questo mese, dopo più di tre mesi in ospedale.
Di un caso simile ve ne avevo scritto qualche settimana fa, delle tre sorelle nate in nove mesi che non sono gemellema il loro caso era un po’ diverso. Questo di oggi è davvero particolare. Restare incinta mentre si è già incinta non capita certo tutti i giorni!
Foto e fonte The Mirror

Insegnante invia foto nude al suo allievo, arrestata


E’ finita in manette un’insegnate di 27anni per aver inviato delle foto osè ad un suo ex alunno minorenne.
La donna è stata denunciata dalla madre del ragazzo che ha trovato le foto sul cellulare del figlio.
La vicenda si è svolta a Newport News, inVirginia, dove si urla allo scandalo. La polizia locale ha subito identificato l’insegnante come la donna senza veli presente sulle foto del ragazzo.
La procace insegnante, Cara Alexander, è stata anche accusata di aver avuto un rapporto”non consono” con il diciassettenne, che ha confessato ai genitori di aver avuto con Cara unarelazione sentimentale, ma questo non è ancora stato accertato.
Il ragazzo ora frequenta un’altra scuola e secondo il portavoce della Woodside High School, i dirigenti dell’istituto hanno già contattato il Virgian Board Education per revocare alla Alexander la licenza d’insegnamento.
Per ora però le autorità non si esprimono, troppi i dubbi sul quanto dichiarato dalla madre e dai presunti rapporti sessuali tra il figlio e l’insegnante che sarebbero stati consumati all’interno dell’istituto scolastico. Inoltre molti genitori di altri bambini hanno preso le difese dell’insegnante dicendo di lei che è sempre stata un’insegnante ”gentile e professionale“.

mercoledì 15 maggio 2013

Evira il marito e getta il pene nel tritarifiuti


Una donna che è stata accusata di aver reciso di netto il pene del suo ex marito con un coltello da cucina, si dice che abbia ‘avuto una pausa dalla realtà’ la notte dell’aggressione. Catherine Kieu, 50 anni, è accusata di aver evirato suo marito perché era arrabbiata per il fatto che lui aveva iniziato a vedere una ex fidanzata e voleva il divorzio. L’avvocato d’ufficio della Kieu, Frank Bittar, ha detto: “E’ una donna distrutta che ha avuto un momento di follia“.
La giuria è chiamata a giudicare la donna che è stata accusata di tortura e lesioni permanenti. La Kieu aveva cucinato una zuppa di tofu al marito, irrorandola abbondantemente con dello Zolpidem, un potente sonnifero, la sera dell’11 luglio 2011. Lei è poi accusata di aver aspettato fino a quando lui si è addormentato prima di legarlo al letto ed evirarlo con un coltello da cucina con la lama lunga 26 centimetri. Il marito ha raccontato che si è svegliato ed era legato al letto.
Il vice procuratore Christl ha detto alla giuria: “Quando si è svegliato, gli ha detto ‘Te lo meriti tre volte non una sola‘, e poi ha tagliato via il suo pene con un unico movimento del coltello. Dopo di che è andata in cucina e lo ha messo nel tritarifiuti“. Ha poi aggiunto che la ex moglie ha acceso il tritarifiuti prima di chiamare il 911.
L’avvocato della donna ha spiegato alla corte che la Kieu ha avuto un’infanzia piena di molestie e di altri traumi devastanti derivati dalla guerra del Vietnam, e che nessuno era in grado di capire ciò che la donna avesse passato. Ha poi aggiunto che i problemi della Kieu sono stati aggravati dal marito che ha costantemente chiesto sesso in modi tali che lei sentiva addirittura dolore, questo sommato alla sua condizione mentale precaria, l’hanno fatta esplodere e commettere un atto di follia..
Nella sua arringa finale, l’accusa ha detto che la Kieu è stata accecata dalla gelosia dopo che il marito le ha chiesto il divorzio e ha cominciato a vedere una ex-fidanzata. “Dicono che la rabbia è il vento che soffia sulla candela della mente“, ha detto il vice procuratore distrettuale John Christl. Il 60enne, vittima dell’aggressione, che non ha potuto avere il pene riattaccato, ha graficamente descritto l’accaduto durante il processo e ha testimoniato che si sentiva come se fosse stato assassinato. “Tutto ad un tratto ho sentito un dolore molto forte e poi devo essere svenuto. Non potrò mai più avere una vita sessuale“.
La Kieu, in caso di condanna, rischia l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.

Condannato a 9 mesi per commenti su Facebook


Sul sito Cartellopoli si condanna l’uso abusivo dei cartelloni nella Capitale, e il suo gestoreMassimiliano Tonelli di 34 anni è stato condannato a 9 mesi di carcere per istigazione a delinquere e apologia di reato. Praticamente Massimiliano ha lasciato che i frequentatori del suo blog promuovessero azioni violente o di danneggiamento contro i cartelloni denunciati.
La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Laura Fortuni della IX sezione del tribunale di Roma.
La querela a Tonelli è partita da un’azienda che gestisce impianti pubblicitari secondo la quale il blogger avrebbe istigato azioni vandaliche “consistite in un crescendo di offensività, nell’imbrattamento dei cartelloni con vernice spray e, successivamente, nel danneggiamento delle comici e nello smontaggio ed asporto delle plance pubblicitarie”.
Tonelli oltre ai 9 mesi dovrà anche risarcire 20mila euro di danni e rimborsare 2mila euro di spese legali.
Tonelli viene difeso in appello dall’avvocato Fulvio Sarzana di Sant’Ippolito che afferma: “La sentenza apre alla strada alla perseguibilità dei titolari di blog, non solo per le più classiche fattispecie della diffamazione, ma anche per ipotesi nella quale la manifestazione del diritto di critica, oltretutto compiuta da terzi rimasti anonimi, possa addossare una responsabilità per istigazione a delinquere ed apologia di reato al titolare del blogÈ una sentenza frutto del clima politico italiano, sempre più autoritario nei confronti del web“.
Questo costituisce un precedente per coloro che garantiscono libertà di espressione sul proprio blog o sulla propria pagina Facebook, inoltre grazie a questa sentenza si attribuisce ai blogger la responsabilità dei commenti postati da terzi:”La responsabilità del blogger per i commenti postati da terzi non dovrebbe trovare ingresso nel nostro ordinamento quando sia possibile, come accade nella pressoché totalità dei casi, risalire agevolmente a chi ha effettuato il commento, attraverso le indagini informatiche appositamente previste dal codiceLa condanna di un blogger per istigazione a delinquere, per fatti posti in essere da terzi, può costituire peraltro un precedente pericoloso per la libera circolazione dei contenuti sul web, soprattutto nei casi in cui sia difficile distinguere la denuncia civile dalla vera e propria istigazione“.