martedì 30 aprile 2013

Una dieta con il fattore B Sette regole di bellezza e buon umore



B come bellezza benessere, ma anche come buon umore, ingrediente indispensabile per una dieta di successo: ecco perché un regime alimentare non può mancare di B factor, per perdere peso in allegria e non recuperarlo più. Ecco allora le sette regole d'oro amiche della linea, per raggiungere il proprio obiettivo quando si decide di perdere peso e per conservarlo in modo definitivo. 
Il vademecum arriva dalla nutrizionista Samatha Biale, autrice del libro "La Dieta B Factor -  Una dieta per amica”, che sarà presentato in occasione di "Pianeta Nutrizione & Integrazione", il quarto Forum Multidisciplinare di Nutrizione, in programma a Parma dal 16 al 18 maggio prossimi. La nutrizionista, proponendo nel suo libro un programma alimentare facile da seguire e personalizzabile da ciascuno secondo le proprie esigenze, insegna a perdere peso, ma anche ad organizzare la spesa giusta, a scegliere i nutrienti, come fare movimento e come mettere ko la cellulite. E alla fine della dieta, ecco le sette regole per non ingrassare mai più, anzi per continuare a dimagrire. 
Regola 1: mai carboidrati da soli, ma sempre con proteine e grassi - Il segreto per dimagrire e non ingrassare più è tenere sotto controllo la produzione di insulina. Per questo scopo è necessario che ogni pasto contenga, insieme ai carboidrati, una quota di proteine e grassi che rallentano la velocità con cui gli zuccheri passano nel sangue. Meglio un piatto di pasta condita con un po' di tonno o un ragù di carne piuttosto che lo stesso quantitativo di pasta al pomodoro come unico piatto. Le calorie saranno maggiori, è vero, ma la glicemia salirà gradualmente, garantendo una sazietà prolungata e una sensazione di benessere che vi terrà lontani dal cibo per molte ore.
Regola 2: anticipate la fame con piccoli rifornimenti, invece di inseguire la spia della riserva - Consumare pasti frequenti, ogni tre ore circa: si scongiurano le abbuffate e si stimola il metabolismo perché, ogni volta che si mangia, l’organismo consuma un po' di  energia extra per assimilare il pasto. E se cenate fuori, fate uno spuntino light prima di uscire, come uno yogurt bianco, per resistere meglio alle tentazioni del buffet.
Regola 3: il vero nemico sono gli zuccheri nascosti - Dietro a tanti prodotti, anche quelli che si dichiarano "fat free" o "light", si cela l'insidia degli zuccheri nascosti, spesso responsabili dei nostri chili di troppo: si assimilano rapidamente e si trasformano facilmente in grassi di deposito. 
Regola 4: diamo un taglio al sale -  E' il modo più semplice e rapido per dire addio ai gonfiori. La struttura chimica del sale da cucina, fatta di cloro e sodio, infatti, agisce come una spugna, trattenendo i liquidi che ristagnano nei tessuti, provocando anche un accumulo di tossine. Un'alternativa interessante è offerta dal gomasio, un granulato ottenuto dai semi di sesamo tostati tritati insieme con alghe e pochissimo sale marino. Si trova nei negozi di alimentazione naturale, ma si prepara anche in casa. 
Regola 5: incominciate la giornata con una colazione su misura -Chi fa una buona colazione non solo dimagrisce meglio, ma mantiene addirittura più a lungo gli effetti della dieta. 
Regola 6: mangiate sempre cose diverse e sperimentate sapori nuovi – Si tende a fare la spesa comprando sempre le stesse cose, ma è un errore da correggere. Sempre in tema di spesa: evitare di andare al supermercato quando si è troppo affamati: le tentazioni saranno più "aggressive" che mai. 
Regola 7: sì ai grassi giusti, per dire addio al grasso sbagliato! - Molti studi hanno dimostrato che una eccessiva riduzione dei grassi causa una diminuzione della capacità del corpo di bruciarli a scopo energetico.  

Scrutando il cielo tra le nuvole, appare....clicca sulla foto x ingrandire!

Dopo il misterioso volto dell'Onnipotente comparso a North Bruinswick, in Canada, una nuova sconvolgente immagine sta facendo il giro della Rete.

Questa volta, lo strano fenomeno ha avuto luogo sull'inaccessibile cratere vulcanico Cirque of Mafate nell'Isola di Réunion, Oceano Indiano.

Autore del fortunato scatto, il fotografo Luc Perrot, incantato dall'apparizione avvenuta a 2000 piedi d'altitudine.

L'immagine, che ritrae un uomo con i capelli lunghi e le braccia allargate, come per avvolgere il mondo, si è palesata tra le nuvole con una rapidità sorprendente per poi permanere per diversi minuti... Certamente, il fenomeno potrebbe avere origini metereologiche, più che spirituali, anche se il dibattito, di fronte a eventi di bellezza tanto rara, non può che restare aperto.

venerdì 26 aprile 2013

Milano, nato un bambino di 6,3 kg Il parto eccezionale è avvenuto alla clinica Mangiagalli. La madre egiziana e il neonato stanno bene.

TGCOM24:Il personale della clinica Mangiagalli di Milano ha assistito a un parto eccezionale la scorsa notte: la nascita di un bambino del peso di 6,3 chilogrammi. Il piccolo e la donna egiziana che lo ha dato alla luce stanno bene. L'equipe che ha seguito l'evento straordinario era composta da cinque chirurghi - lo staff doppio rispetto a un normale cesareo - guidati dal ginecologo Alessandro Bulfoni.
Per il dottor Bulfoni è stata la prima volta che ha fatto nascere un bimbo di quelle dimensioni. Il parto, che secondo lo specialista passerà alla storia della ginecologia, è stato complicato dalla situazione della madre: una donna diabetica che quando si è presentata in clinica per partorire pesava 100 chili, di cui 20 accumulati durante la gravidanza. Inoltre, la donna non si era sottoposta a controlli medici da molto tempo: l'ultimo risaliva a tre mesi fa. Il piccolo, poi, era in posizione podalica. Ora il bebè si trova in patologia neonatale per essere monitorato. Le infermiere hanno appeso un fiocco gigante sulla porta della stanza della madre.

Non riesce a pagare un debito di 7 euro: Equitalia gli pignora la casa!

Una cartella esattoriale relativa al pagamento dell’Irpef di anni prima (fra l’altro per il misero importo di 14mila lire) ha portato Equitalia ad ipotecare la casa di questa donna. È l’incredibile e surreale vicenda che ha visto involontaria protagonista una casalinga la cui unica colpa era stata quella di aver presentato, anni prima, una dichiarazione dei redditi congiunta assieme al marito, imprenditore che all’epoca gestiva una fiorente attività economica. Siamo nel 1996 e i due coniugi presentano questa dichiarazione congiunta.Nel 2003 la moglie conferisce l’immobile di cui era proprietaria in un fondo patrimoniale per i bisogni della propria famiglia. Nello stesso anno, alla donna viene notificata una cartella esattoriale in qualità di obbligata in solido al debito Irpef del marito. Marito che subisce un tracollo finanziario. E a repentaglio finisce proprio quell’immobile. In sede di esecuzione dei crediti Equitalia iscrive ipoteca su quella casa e a quell’atto di pignoramento si oppongono gli avvocati della donna, Michele Minestrini del foro di Ravenna e Sergio Pellizzola del foro di Ferrara. Ecco le loro dichiarazioni:

Quanto successo è surreale: partendo da un debito di 7 euro, la mia cliente si è vista ipotecare la propria abitazione da parte di Equitalia

La protagonista della vicenda è una casalinga la cui unica colpa, come riporta il Fatto Quotidiano, è stata quella di presentare nel 1996 una dichiarazione dei redditi congiunta a quella del marito, che nel 1996 faceva di professione l’imprenditore, ma che in seguito è andato in rovina, maturando un debito con il Fisco di 14.000 lire, circa 7 euro. E per quel debito, la casalinga si è vista ipotecare la casa. Il tutto si è risolto positivamente per la donna, poichè, l’aver conferito al fondo patrimoniale la casa le ha permesso da salvarla dall’ipoteca in quanto bene a disposizione della famiglia e non aggredibile per ripagare debiti sopraggiunti.

Trovata la molecola ANTI-TUMORE.LE CASE FARMACEUTICHE SNOBBANO LA SCOPERT

Due studiosi di Urbino hanno individuato nel “maltolo”, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica. La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale.
Per la Legge sulle invenzioni e per la Convenzione sulla concessione di brevetti europei (CBE) tutti i brevetti che hanno per oggetto un composto chimico, devono possedere requisiti di novità, originalità ed industrialità.
Questo lavoro è il frutto di una sinergia multidisciplinare tra due gruppi di ricerca quelli del dott. Mirco Fanelli di estrazione prettamente biomedica e l’altro, del prof. Vieri Fusi, prettamente chimica, legati dal desiderio di esplorare e di progredire nei relativi bagagli scientifici e culturali.
 l gruppo di ricerca diretto dal dott. Mirco Fanelli, con sede a Fano presso il Centro di Biotecnologie, è impegnato da tempo negli studi del ruolo delle alterazioni epigenetiche nel sviluppo del cancro ed ha recentemente sviluppato una tecnica innovativa  denominata PAT-ChIP finalizzata allo studio dell’epigenoma direttamente nei campioni derivati dai pazienti e conservati in paraffina (FFPE). 
Il gruppo del professore Vieri Fusi, si è da sempre occupato di riconoscimento molecolare, dello sviluppo sintetico di recettori e metallo-recettori e degli aspetti termodinamici che guidano il riconoscimento tra due specie chimiche.
Va sottolineato che, nonostante i progressi sia nel campo della diagnostica (sempre più precoce) che degli approcci chirurgico/terapeutici, il cancro è oggi una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati. Molti traguardi sono stati raggiunti nell’ultimo ventennio nell’approccio a questa patologia e la ricerca scientifica ci ha dato la possibilità di sviluppare numerosi protocolli terapeutici che hanno visto sia ridurre la mortalità, per neoplasie prima considerate inguaribili, che di aumentare l’aspettativa di vita di molti pazienti.
Tuttavia, proprio per la sua straordinaria complessità, non è stata ancora sviluppata l’arma necessaria ad affrontare alcuni tipi di tumori particolarmente aggressivi e quei tumori che si sviluppano in seguito a trattamenti terapeutici (le cosiddette recidive).
«Negli ultimi anni – ci spiegano Vieri Fusi e Mirco Fanelli – la ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni».
«La problematica – ci spiegano Mirco Fanelli e Vieri Fusi – va necessariamente affrontata seguendo un iter che porta, partendo dall’osservazione macroscopica del problema, all’analisi del processo molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche».
Ecco quindi nascere una sinergia che affronta il problema sotto questi aspetti.
Di cosa si tratta?
Vieri Fusi: Il maltolo “per se” è una molecola innocua, utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma – se opportunamente modificata – può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici.
Questa classe di composti è caratterizzata da interessanti proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di raggiungere l’interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina).
Mirco Fanelli: Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata).
La cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten chemaltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula.
Oltre che sul piano brevettuale, gli studi sino ad ora condotti, hanno avuto un buon successo scientifico e sono stati pubblicati su ottime riviste internazionali (British Journal of Cancer; Journal of Organic Chemistry), fornendo il presupposto per proseguire gli studi su modelli tumorali in vivo
Vieri Fusi: Purtroppo non possiamo divulgare i dettagli di quest’ultimi, visto che sono ancora nella fase di sottomissione per la loro pubblicazione e coinvolgono anche altre strutture scientifiche. Possiamo però anticipare che questi composti sembrano essere tollerati in vivo (cosa non scontata) ed hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale.
Come agiscono le nuove molecole?
Mirco Fanelli: Ritornando agli aspetti molecolari, queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina. Tale meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali. Insomma, speriamo di poter sviluppare nuove armi con cui aggredire il cancro con le quali poter migliorare le attuali cure soprattutto per quei tipi di tumore ad oggi sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva.
Gruppi di ricerca coinvolti dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo:
- Prof. Vieri Fusi – Laboratorio di Chimica Supramolecolare
- Dott. Mirco Fanelli – Laboratorio di Patologia Molecolare “PaoLa”